

Reportage/interviste festival Cortoindanza
a cura di Anthony Mathieu
"I rumori del mondo"
intervista 2025 cortoindanza XVIII edizione
"Non c'è più denaro, il sistema politico non rappresenta più i suoi concittadini, la società perde i suoi valori essenziali, l'essere umano soffre. È in questi momenti che l'arte può trovare un'opportunità per riconnettersi con la sua ragione d'essere. È in questi momenti che gli artisti possono tornare all'essenziale, unendo le loro forze e riducendo i loro bisogni, imparando a dipingere se si impedisce loro di parlare o di scrivere se si impedisce loro di giocare, creando più che mai, ad un angolo, nelle piazze, nei sotterranei. Guadagnare il lunedì da mangiare per il martedì e trasformare l'incertezza, che è sempre stata la compagna dell'arte, in una forza viva. L'artista non dovrebbe avere paura di essere povero né di essere incompreso dalla società in cui vive, dovrebbe alzarsi ogni giorno fiero di essere poco e lottare non per la propria sopravvivenza ma per la sopravvivenza della bellezza.
"Quest'anno ho finito di imparare una cosa importante. Se guardo un'opera d'arte, di teatro o di danza e guardo soltanto l'opera senza cercare di percepire ciò che l'ha costruita, la sua ragion d'essere, posso accedere solo ad una piccolissima parte di quell'opera. Ma se mi prendo il tempo di percepire chi c'è dietro l'opera, l'anima, allora l'opera assume un'altra dimensione. L'essere che si nasconde dietro l’opera si rivela e rivela il mondo. Posso percepire le fragilità, i dubbi, le forze e le ribellioni che costituiscono il DNA dell'opera. L'atto creativo originale è un atto generoso e fragile in cui l'artista si offre al mondo. Dovremmo tutti prenderci cura di questo dono che, in mezzo alle guerre e ai rumori del mondo, è una boccata d'aria fresca e sicuramente una delle migliori armi che abbiamo per lottare contro l'ignoranza e l'ingiustizia"
Tony Mathieu